Petra, lavorazione pietra serena restauro conservativo

Restauro e risanamento elementi architettonici in pietra

Specializzati nel restauro e risanamento di elementi architettonici in pietra

Tradizione e innovazione, sapienza artigianale prima di tutto: questo caratterizza la società Petra srl: un’esperienza che viene dal passato, che si nutre di un tipo di lavoro fatto all’antica maniera, con scalpello e mazzolo, rifuggendo da macchinari ed elementi standardizzati.   La manualità, che rende ogni pezzo un manufatto unico nel suo genere, che racchiude al suo interno la vocazione di un territorio, la maestria di secoli di esperienza e di tecnica, la sublime imperfezione di michelangiolesca memoria, che si origina soltanto dall’incontro e dalla millenaria lotta tra l’uomo e la pietra.




pietra serena recuparo architettonico di una scala scalea

La forza della tradizione che si ispira alla vocazione storica della città di Firenzuola che Petra srl riprende in lavori classici, privati e pubblici, attraverso la realizzazione di scale, stipiti per porte e portoni, elementi urbani, come lastricati ed elementi decorativi per interni ed esterni.



pietra serena caminetto

Tradizione che viene messa al servizio di innovazione, conservazione e miglioramento di tecniche manifatturiere, gestione delle nuove utenze e sviluppo di servizi; con un occhio verso le sfide del futuro, Questa è Petra che coniuga esperienza tradizionale e saperi innovativi.











Noi di Petra siamo tre soci specializzati nella ricostruzione di manufatti in pietra classici ed antichi siano decori o arredi interni ed esterni. Nell'ambito del restauro conservativo ricostruiamo elementi architettonici in palazzi e dimore storiche. Il nostro laboratorio si trova a Firenzuola in provincia di Firenze.



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LA NOSTRA PRODUZIONE




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Lavorazioni


Realizziamo vari elementi in pietra serena su disegno o con proprio stile: dai camini e balaustre, a scale, davanzali e mensole per terrazzi, soglie, a targhe incise per studi professionali. La pietra serena si presta alla realizzazione di qualsiasi tipo di manufatto sia di pregio che commerciale come ad esempio per il decoro urbano.



Tradizione lavorazione pietra serena

Tradizione e Storia


La pietra serena è stata utilizzata nelle costruzioni fin dall'epoca Etrusca. Utilizzata nei secoli si ritrova in varie opere architettoniche ed artistiche. La maggior parte di pietra serena proviene dal territorio di Firenzuola, tant’è che il nome della roccia è anche Pietra di Firenzuola e da sempre il “lavoro in cava” e le successive fasi sono le principlali occupazioni della zona.



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Restauro Conservativo


Per la prossimità alla rinascimentale città di Firenze ci siamo specializzati nel restauro conservativo di palazzi ed edifici storici e nella ricostruzione di antichi manufatti, decori e arredi sia esterni che interni. Oltre a ciò collaboriamo con scarpellini e scultori per il taglio della pietra e sua finitura, e nel caso di artisti, nell'esecuzione delle loro opere.





lavorazione e manufatti pietra serena ricostruzione manufatti in pietra ed elementi architettonici




SCACCHIERA IN MARMO BIANCO E NERO
RICOSTRUZIONE ANTICO LAVABO IN PIETRA
CAMINO RINASCIMENTALE SU DISEGNO
GAMBE TAVOLO IN PIETRA TRAVERTINO
RICOSTRUZIONE INTERA FACCIATA CHIESA
RICOSTRUZIONE ANTICHE SCALE SU DISEGNO
RIFACIMENTO MENSOLA IN PIETRA
CAMINETTO IN PIETRA SU DISEGNO
RIFACIMENTO TIMPANO CHIESA IN PIETRA
RICOSTRUZIONE ANTICA CORNICE FINESTRA
BASSORILIEVO IMMAGINE SACRA
RICOSTRUZIONE STEMMA ARALDICO





Tradizione e storia, La Pietra Serena il materiale delle antiche città



L'attività di estrazione della pietra serena ha avuto a Firenzuola un grande sviluppo ed una presenza storica che si perde nell'antichità. Inizialmente si è configurata come attività parallela e complementare a quella agricola. Producendo quest'ultima redditi assai modesti, dati i caratteri orografici dei suoli, molto diffuso nell'area è stato il doppio lavoro di scalpellino e agricoltore, che seguiva i ritmi imposti dalle stagioni: col caldo si coltivava il campo, nell'inverno si lavorava la pietra. Quest'umile attività è stata resa possibile dalla presenza in loco di una materia prima idonea alla escavazione ed alla lavorazione: la zona, ricca di arenarie, infatti è interessata dall'affioramento della formazione geologica denominata "marnoso-arenacea", che si presenta in banchi o filari omogenei e continui. Oggi l'estrazione e la trasformazione della pietra serena è senza dubbio l'attività principale della zona. ma ha assunto un ruolo importantissimo e strategico a livello nazionale essendo l'unico comparto industriale esistente in Italia per l'estrazione e la lavorazione della pietra serena.

Situata lungo l'arteria transappenninica Firenzuola ebbe, sin dalla sua fondazione, un ruolo strategico. dotata di strutture difensive adatte ad ospitare ed offrire rifugio, assunse un ruolo importante per il movimento delle persone e delle merci, baluardo strategico per Firenze fin dal 1373 anno della sua fondazione. L'impianto urbanistico si sviluppa sull'asse centrale che collega le due porte principali, Fiorentina a sud. Bolognese a nord, nella parte mediana dello stesso si apre la piazza di disegno rettangolare dove si colloca la rocca. La pietra ha trovato impiego in loco fin dall'antichità, sia come materiale da costruzione. sbozzata o squadrata in conci o sotto forma di lastre per le coperture, sia per manufatti di corredo dell'abitazione: lavandini, soglie, scalini.

L'attività di estrazione e lavorazione della pietra esiste fin dal suo insiedamento ed infatti in quell'epoca furono costruite, con le pietre locali, le mura difensive, ad andamento rettangolare; sono visibili anche gli adeguamenti di epoche successive, tra la fine del 400 e l'inizio del 500, la rocca oggi sede del Comune dove gli scavi per la realizzazione del Museo della Pietra hanno portato alla luce le antiche mura progettate dal Sangallo e le due porte del capoluogo, porta Fiorentina e porta Bolognese. Nel 1700 l'apertura della nuova strada della Futa sposta l'arteria principale di collegamento tra la Toscana e l'Emilia, lungo questa arteria prolificano le costruzioni, sempre in pietra serena, come ostelli, locande, poste; un'opera importante realizzata nel corso del XVIII secolo è l'antica dogana granducale di Le Filigare recentemente riutilizzata come centro convegni e di formazione da parte di una azienda privata, dove si può ammirare l'abilità manuale di lavorazione degli scalpellini del tempo.

Tracce di questa attività sono ancora visibili nel territorio: in alcune antiche cave sono state ritrovate scritte risalenti al XVII secolo. In questi casi si trattava quasi sempre non di vere e proprie cave come si considerano oggi, bensì di attività svolte su porzioni di strati (filari) affioranti, da cui, con i rudimentali attrezzi dell'epoca (mazze, punciotti e scalpelli), veniva tagliato il blocco nelle dimensioni volute e lavorato direttamente sul posto fino ad ottenere la forma e finitura desiderata. L'estrazione era limitata alle cave poste vicine ai centri abitati, perché le difficoltà dei trasporti ne condizionavano fortemente lo sfruttamento, specie se situate in luoghi non facilmente accessibili.

L'attività è rimasta modesta fino al primo dopoguerra, quando negli anni 60 sono state realizzate due grandi opere che hanno fatto largo uso della pietra serena di Firenzuola: il cimitero di guerra tedesco situato sul passo della Futa e la ricostruzione della chiesa di San Giovanni Battista nel centro di Firenzuola, quest'ultima su progetto degli architetti Carlo Scarpa e Edoardo Detti. Da questi anni inizia la radicale trasformazione dell'attività connessa alla estrazione ed alla lavorazione della pietra serena. Le attività, fino a quel periodo poco più che artigianali, si trasformano in piccole aziende, vengono installati i primi impianti di segagione meccanica, telai, per il taglio e la trasformazione dei blocchi in lastre; le aziende, supportate da una richiesta di mercato crescente investono nell'acquisto dei primi mezzi meccanici per l'estrazione; cave che prima era impossibile raggiungere diventano accessibili e sfruttabili, si aprono strade di acceso a nuove zone di coltivazione e si gettano le basi per il consolidamento delle zone estrattive che ancora oggi, e per moltissimo tempo ancora, continuano a fornire i blocchi alle attuali moderne segherie.

Anche i laboratori di trasformazione dei semilavorati, lastre, in prodotti finiti, subiscono una radicale trasformazione con la nascita di nuovi e moderni opifici lungo le rive del fiume Santerno, con l'adozione di tutti i macchinari per il taglio e la finitura della pietra, dalle poche migliaia di metri cubi, estratti negli anni 60 (sono 5000 quelli stimati per il 1965), siamo passati agli attuali 80.000.

L'aumento dell'estrazione della pietra e l'espandersi delle attività di lavorazione hanno provocato. nei corso degli anni, una serie di problematiche connesse con l'impatto ambientale, lo stoccaggio e smaltimento dei materiali di risulta, il trattamento e la decantazione o depurazione delle acque di segagione. L'impatto ambientale, prezzo da pagare se si vuole estrarre la pietra che servirà anche per il restauro del patrimonio artistico delle nostre città è molto forte: Firenze, Siena, Arezzo solo per citarne alcune.

Le grandi ferite inferte nelle montagne, rappresentano la forza dell'uomo ma anche la sua debolezza. Nel corso degli anni e nel susseguirsi dei piani di coltivazione le zone estrattive sono state concentrate in due bacini, Brento Sanico e Rovigo, zone decentrate e non visibili, le altre cave, lungo il corso del Santerno e della statale imolese sono state chiuse e ripristinate; sulla scia di altre esperienze europee ed italiane. vengono ora studiate soluzioni alternative che privilegino un recupero di questi contesti al fine di promozione culturale e valorizzazione ambientale, progetto pilota nella cava del Bagnatoio. Le grandi discariche, contenenti i materiali di scarto delle vecchie cave, sono in via di ripulitura e i materiali vengono smaltiti riciclati come materie prime in altri processi produttivi, mentre nuove discariche non vengono concesse e tutti i materiali di risulta prendono la via del riciclaggio.

Il problema del trattamento delle acque necessarie per la segagione è stato risolto in maniera encomiabile realizzando un impianto centralizzato per tutto il comparto, unico esempio in Italia di depuratore centralizzato per trattamento e depurazione di acque per la segagione di materiali lapidei: i fanghi disidratati risultanti dal trattamento vengono inviati al riciclaggio, chiudendo così il cerchio del trattamento e smaltimento. Insieme all'attività industriale permane e si sviluppa una lavorazione di tipo artigianale. Anche in questo caso gli scalpellini, oltre a continuare a realizzare opere riferite a modelli tradizionali, sviluppano iniziative tese alla ricerca di nuove soluzioni formali nel campo dell'oggettistica, del design e dell'arredo urbano.

L'apertura della prima parte del Museo della Pietra, nella storica rocca di Firenzuola ha posto le basi per la conservazione e la valorizzazione della memoria storica delle abilità del luogo. Il mestiere dello scalpellino, prima tramandato di padre in figlio, ha lasciato una testimonianza negli anni che è ancora possibile riscontrare negli stemmi che ornano i principali palazzi o nella pace degli antichi cimiteri.

Cambiano i tempi, ma permane comunque un rapporto famigliare tra il cavatore e la pietra. I filari più significativi vengono ancora indicati con un nome proprio. Storici sono quelli dei filari della "gronda", "dei chiusini", del "monumento", "delle porte", quello degli "scalini", il "masso buono" oppure il "masso grosso", quest'ultimo di spessore superiore ai tre metri, il "ciccione" ed il "ciccioncino", così chiamati per la loro consistenza.


[ "Pietra Serena Materiale della Città", Consorzio Pietra Serena di Firenzuola, Edizioni AIDA 2002 ]


Lavorazioni superficiali sulla Pietra Serena



L'alto grado di lavorabilità della pietra serena di Firenzuola consente un numero molteplice di lavorazioni superficiali. Principalmente si distinguono quattro tipi di lavorazioni: le lavorazioni ad urto, a pressione. termiche e a rasamento; questo a seconda del tipo di superficie che si intende ottenere e in funzione dell'utilizzo che del semilavorato si deve fare.

La superficie da lavorazione ad urto si ottiene utilizzando utensili a percussione, pneumatici o a mano: tra gli innumerevoli effetti che si possono ottenere sulla pietra serena di Firenzuola si distinguono maggiormente: Bocciardatura, Spuntatura, Rigatura, e Scalpellatura.

La bocciardatura è uno dei trattamenti rustici più antichi poiché rende la superficie della pietra molto simile a quella del materiale grezzo, evidenziando e portando in vista eventuali cristalli e venature. Si ottiene con la bocciarda. un martello a fitte punte piramidali, precedentemente impiegato manualmente, oggi montato con altri, su macchine a ponte. Questa lavorazione conferisce alla pietra un particolare aspetto scolpito, scabro ed in rilievo; risulta particolarmente adatta per usi esterni come scale, cordoli e pavimentazioni, in quanto riduce la scivolosità dell'elemento, ma anche in rivestimenti dl facciate quando viene affiancata ad altri tipi di lavorazione.

La spuntatura è la più antica delle lavorazioni superficiali: viene considerata da molti come una variante della bocciardatura in quanto riesce a creare elementi visivi e cromatici di contrasto ed addirittura effetti di rilievo. È facile trovare superfici spuntate nel rivestimenti esterni. La spuntatura veniva realizzata con punta (subbia) e mazzuolo, attualmente ci sono macchine spuntatici pneumatiche.

La rigatura è un tipo di lavorazione superficiale che si presta ad essere effettuata sia sui manufatti grezzi e semilavorati di partenza, ma anche su prodotti già levigati o addirittura precedentemente bocciardati e/o fiammati. È un tipo dl lavorazione adatto soprattutto nelle pavimentazioni esterne, ma precedentemente veniva utilizzato anche nei rivestimenti di facciata di tipo tradizionale. La rigatura veniva realizzata a mano con mazzuolo e scalpello, oggi vengono utilizzate principalmente seghe a dischi diamantati. Consiste nell'incisione di rigature più o meno larghe che vanno da 8 a 15 mm, più o meno profonde con solchi solitamente tra 2 e 5 mm che, in casi particolari come le pavimentazioni carrabili in pendenza, possono raggiungere anche 10 mm e distanziate l'una dall'altra con interassi variabili de 8 a 15 mm. Un tipo di rigatura più fitta e più irregolare prende il nome dl gradinatura.

La scalpellatura è forse una delle lavorazioni più conosciute sia perché é una delle più utilizzate sia perché è una delle più semplici da realizzare. Molte pavimentazioni stradali hanno subito e subiscono ancora oggi questo tipo di lavorazione che in particolari situazioni viene ancora eseguita e mano dagli scalpellini direttamente dove viene posto in opera il lastricato.

Le lavorazioni ad urto di bocciardatura, spuntatura, rigatura e scalpellatura, possono essere a loro volta differenziate in base al livello di incisione della superficie. Si paria di superfici a pelle rustica quando i solchi derivanti dagli scalpelli o dalle bocciarde hanno una profondità variabile da 8 a 12 mm (a punta grossa). Le superfici lavorate con macchine a punta mezzana, che generano solchi che hanno una profondità di 5/8 mm (i più frequenti) vengono classificate a pelle mezzana. Le lavorazioni a pelle fina sono invece quelle dove la profondità dei solchi varia da 2 a 5 mm.

Il trattamento a pressione utilizzato sulla pietra serena è quello della sabbiatura. Con la sabbialatura la superficie assume un aspetto ruvido ma non tagliente. Ne risulta una superficie spesso morbida e priva di grosse asperità che trova nei rivestimenti di facciata, nelle lavorazioni a bassorilievo (scritte. disegni, incisioni) alcune della applicazioni più diffuse. Si ottiene proiettando a forte pressione e velocità una miscela abrasiva composta da acqua e sabbia o altro materiale duro. La sabbiatura viene utillizzata anche come trattamento di pulizia per rimuovere eventuali incrostazioni che nel tempo compaiono, ad esempio, proprio sui rivestimenti di facciata. Anche la sabbiatura, come le lavorazioni ad urto, puo avere vari gradi di profondità, nonostante si evitano generalmente lavorazioni troppo intense per non incidere eccessivamente lo strato superficiale.

Il trattamento termico che si applica solitamente sulla pietra serena è quello della fiammatura con la quale si ottiene l'effetto di vetrificazione superficiale, che conferisce alla lastra un aspetto ruvido (ma non tagliente) e vetroso, con un effetto cromatico caratteristico. Si ottiene facendo incidere sulla lastra una fiamma ad alta temperatura. La fiammatura non agisce, come le lavorazioni ad urto, tanto sul colore quanto sulla tessitura superficiale. Questo trattamento può aumentare la resistenza alle aggressioni chimiche e all'erosione superficiale, però altera, per circa 3 mm di profondità la resistenza del materiale. Viene utilizzata sia nel rivestimanto di esterni, sia dove e previsto un elevato grado dl calpestio.

Tra i trattamenti rasamento l'unico ad essere utilizzato per la pietra serena è la levigatura. La levigatura, attenua il colore della pietra. fornendo un'ottima planarità delle superfici, non creando però l'effetto di specularità tipico della lucidatura, non ottenibile su questo tipo di materiale. Precedentemente, tale genere di lavorazione veniva utilizzalo per i rivestimenti interni e per le pavimentazioni sempre interne; negli ultimi tempi però, con l'evoluzione dei sistemi di rivestimento esterni a montaggio meccanico, ha trovato, anche in questo campo, un largo impiego.

Soprattutto per quegli elementi che verranno utilizzati in esterno o in condizioni particolari, possono essere previsti trattamenti ulteriori alla lavorazione. Questi trattamenti sono principalmente quello idrorepellente che permette alla pietra serena dl resistere meglio alle azioni dell'acqua e quello tonalizzante che restituisce alla pietra lavorata quel tono di colore più scuro, che, per via delle eventuali lavorazioni subite la pietra stessa tende a perdere.


[ "Pietra Serena Materiale della Città", Consorzio Pietra Serena di Firenzuola, Edizioni AIDA 2002 ]





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